La letteratura di spionaggio è un genere letterario che annovera autori di assoluto primo piano. Ne cito due per tutti, Conrad e Graham Greene. Un genere che nasce agli inizi del ‘900 in concomitanza con l'istituzione dei primi servizi segreti, di cui si sono serviti vari paesi a pochi anni dallo scoppio della prima guerra mondiale. La rassegna culturale “Spie & romanzi” avrà come teatro lo splendido chiostro, innevato di fresco, dell'ex Convento di Santa Monica a Savigliano, nel Cuneese, sede decentrata dell'Università di Torino e il Palazzo nobiliare Taffini d’Acceglio. Perché un festival su spie e romanzi? Perché mancava, a livello italiano, un evento di questo tipo in ambito divulgativo e perché dà un'idea di Paolo Bertinetti, preside e fondatore della facoltà di lingue a Torino, è nata e si è colta questa straordinaria intuizione di promuovere un evento su un genere molto di interesse tra i più giovani e fra gli studenti universitari. Due giorni di salotto letterario dedicato a uno dei generi più amati dai lettori. Nelle intenzioni di acquisto, in base a una ricerca che abbiamo condotto, entro Natale un libro su tre dovrebbe essere un libro riconducibile ai romanzi di spionaggio. Che elementi deve avere un buon libro di spie? Sicuramente deve sollecitare la creatività del lettore nel tempo e nello spazio, deve poter fare immaginare dei percorsi che il lettore compie aprendo un libro e iniziando di fatto un viaggio.