È a Cinecittà, luogo dove nascono i sogni, che Pierpaolo Piccioli ha presentato la nuova collezione Valentino Haute Couture. Del resto che cos'è l'alta moda, se non il sogno più grande? E di sognare, ci racconta il direttore creativo della maison, non ha mai smesso. Con questa performance poi ha trascinato anche noi nel suo immenso sogno. “Pasolini scriveva nelle Lettere Luterane “non vogliamo essere subito già così senza sogni”. Era la frase che in realtà non mi ha mai abbandonato in tutti questi anni di moda, tantomeno adesso”. Nella collezione tutto è portato all'estremo, a partire dalle proporzioni, perché quando si sogna lo si deve fare in grande. Abiti dai 4 ai 5 metri di lunghezza e con 400 km di rouches. Il risultato è grazia e leggerezza. Al centro di tutto l'essere umano, colui che questi vestiti li indossa e colui che questi vestiti li crea. “Per troppo tempo la moda è stata al lato della conversazione, del sistema. Io penso che in questo momento sia importante che siano al centro la creatività e le persone e volevo che in questo modo, così anche estremo, ci fosse in qualche modo una celebrazione di quello che è la creatività e quindi il design, ma anche la celebrazione delle persone che stanno dietro la moda, delle persone che fanno tutto questo e che rendono possibili i nostri sogni”. Ancora un altro modo di raccontare la moda, capace di emozionare, rendendo reale la magia. Un'unione tra digitale e fisico, tra il linguaggio volutamente freddo del video di Nick Knight, visionario creatore d'immagini, e il calore umano raccontato da 15 abiti bianchi. “Mi piaceva proprio questa conversazione fra l'aspetto umano delle persone, del bianco, che in qualche modo raccontava senza trucchi il lavoro delle persone, il lavoro dell'atelier, dei tavoli, di 400 metri di rouches, di 150 metri di tessuto drappeggiati su un vestito, che sembra semplicissimo, perché è quella semplicità che viene da una complessità risolta. Il digitale non volevo che fosse un modo per fare un compromesso con una sfilata. Volevo che entrasse a far parte del processo creativo”.