Dopo le prove generali, bagnate dalla pioggia, mancano poche ore al debutto del nuovo tour. Vasco Rossi ci incontra in una sala di San Siro. Con i suoi concerti riempirà lo stadio per sei sere prima di salpare per Cagliari, dove le date saranno due. Anche per il comandante del rock italiano l'emozione si fa sentire. "Certo, io mi emoziono già un po' pensando che fare sei concerti di fila a San Siro è una cosa che non avrei mai neanche immaginato possibile". Come ti accorgi quando una canzone arriva al cuore del pubblico? "Beh, in realtà la sento io per primo, quando le canzoni riesco a finirle perché ogni volta che io comincio una canzone, non so se riuscirò mai a finirla. Quando arriva alla fine la sento. Sono un po' come il primo fan che ascolta. Quando sento che arriva poi, dopo arriva. Hai molto insistito, presentando il concerto quest'anno sul fatto che la musica aiuta a fuggire dalla disperazione. Sì, diciamo che si sente, si sente la paura. La gente ha paura, capito, l'agente non è contenta, è infelice, la gente ha problemi economici, insomma. Il Paese non va bene. Per cui c'è questa guerra tra poveri si sente proprio una tensione. Soprattutto quando si torna dall'estero. Con la musica si può evadere. Con questo spettacolo, con questo concerto, questo rito di comunione e liberazione. Hai detto che quest'anno l'umore del tuo tour, dei due concerti è punk rock Se non ricordo male, il punk voleva sfasciare tutto. Esatto. È chiaro, che poi era la grande truffa del rock'n'roll si chiamava. In fondo non devi mai fidarti del tutto, che in realtà è tutto molto spettacolo, è tutto show.