"Ministro, cosa insegna, se qualcosa insegna, la vicenda che vede adesso al centro della bufera la Juventus?". "Mah, intanto io ho avuto sempre grande cautela, perché, a volte, leggendo anche un po' i social ho idea che si pensi che il ministro possa fare tutto, decidere tutto, intervenire su tutto. Il primo tema è il rispetto dei ruoli, nella differenza dei ruoli, e il tema non è la Juventus, è il sistema calcio nel suo complesso che deve fare un profondo esame di coscienza, certe cose non si fanno da soli e i tecnicismi vanno spiegati anche all'opinione pubblica, che deve comprendere, perché non c'è cosa peggiore che fare la cosa giusta e non farla comprendere, si rischia di metterla sul piano di una partita di calcio, dove c'è chi non capisce ma si lamenta e c'è chi non capisce ed è contento, semplicemente perché in questo momento la decisione è stata presa nei confronti di una squadra. Quello che sta succedendo è molto di più di una partita di calcio". "Lei crede che ci siano ancora margini per creare una Superlega dopo la sentenza che è arrivata nelle ore scorse?". "Io devo dire la verità che mi preoccupo perchè si rafforzi il campionato nazionale, più si indebolisce il campionato nazionale più si rafforza la prospettiva della Superlega, devo capire da che parte stiamo, no? Io sto dalla parte del rafforzamento dei campionati nazionali, dopodiché una competizione europea ce l'abbiamo, anzi ce ne abbiamo tre, quindi non sarò mai favorevole nella misura in cui, per me, il modo per dimostrare di non essere favorevoli, è mettere in condizione anche il campionato italiano di essere all'altezza delle aspettative".