Era nato il 11 settembre del '45 in un quartiere popolare di Monaco di Baviera tra le macerie della Seconda Guerra Mondiale. Suo padre faceva il postino, sognava per lui un futuro da avvocato. Franz fortunatamente non accettò i suoi consigli, mostrando fin da subito una personalità fuori dal comune. Pur simpatizzando per il Monaco 1860, che all'epoca era la squadra più prestigiosa in città, scelse di entrare nelle giovanili del Bayern. A lungo gioca in attacco, dimostrando grandi capacità realizzative e contribuendo alla promozione in Bundesliga dei bavaresi, assieme ad altri due giocatori che faranno la storia del calcio tedesco: il portiere Sepp Maier e il centravanti Gerd Muller. È l'inizio di un ciclo storico che porterà il Bayern a dominare in Germania e in Europa. Franz nel frattempo arretra il suo raggio d'azione, prima mediano, poi difensore centrale. A 21 anni era già titolare in nazionale. Gioca il Mondiale del '66 come se fosse un veterano, segnando un gol anche a Lev Yashin. Ma nell'atto finale, a Wembley contro l'Inghilterra, il CT Helmut Schon decide di fargli marcare a uomo il mitico Bobby Charlton. Anche per quella scelta, oltre che per il gol irregolare di Hurst, la Germania esce sconfitta. A Messico '70 invece dovrà arrendersi in semifinale al gol di Gianni Rivera, in quella che per tutti è diventata la partita del secolo, anche per merito di un'immagine iconica, irripetibile in quel secondo tempo supplementare, giocato da Beckenbauer con il braccio destro al collo e la mano attaccata al petto, dopo una lussazione alla spalla. Si rifarà con gli interessi. Per tutti diventa il Kaiser. Vince l'Europeo con la Germania nel '72 e il primo Pallone d'Oro della sua carriera, l'altro arriverà nel '76. Due anni prima è Campione del Mondo battendo in finale l'Olanda di Cruyff e del calcio totale. A 32 anni lascia il Bayern. Quinto di sempre nella storia del club per presenze. Inizia l'avventura negli States con i Cosmos di Pelè. È a New York che chiuderà la sua carriera a 37 anni, ma solo dopo essere tornato per due stagioni in Germania: troppa nostalgia per il calcio vero. Riesce a vincere la quinta Bundesliga della sua carriera nel 1982, stavolta con la maglia dell'Amburgo, guidato dal leggendario Ernst Happel. Quattro anni dopo, anche Franz è allenatore, e non su una panchina qualunque. Al mondiale porta la Germania in finale all'Azteca di Città del Messico, chinando la testa soltanto di fronte a Diego Armando Maradona. Contro il Pibe arriverà la rivincita a Italia '90. Campione del Mondo prima da calciatore e poi da CT Beckenbauer, un'impresa riuscita nella storia del calcio solo a Zagallo e a Didier Deschamps. Vincerà anche da allenatore e da presidente del Bayern. E non poteva essere altrimenti. Per tutta la vita è stato il manifesto del calcio tedesco, il più forte calciatore mai nato in Germania. Uno dei più grandi di sempre, un mito di questo sport, come Alfredo Di Stefano, Pelé, Diego Armando Maradona e Johan Cruyff.