Imola come metafora di rinascita. La Ferrari come simbolo di riscatto la folla che ha invaso il circuito del Santerno, come voglia di riappropriarsi delle emozioni della vita. Quelle belle, i numeri dei biglietti venduti, dei tifosi attesi questo weekend nel circuito Enzo e Dino Ferrari, sembrano davvero aver spazzato via una volta per sempre, la pandemia. Oltre 100.000 tagliandi andati esauriti in poche ore, con due settimane di anticipo. Di questi, 43500 per accedere al prato, per un giro d'affari complessivo di 230 milioni di euro. Il prato, con l'emozione di condividere uno accanto all'altro il caldo del sole, il fastidio della pioggia, ma anche l'assordante rumore dei bolidi che sfrecciano a poche decine di metri. E come in una bella favola, tutto questo coincide con la stagione del riscatto della Ferrari, finalmente uscita dall'apnea degli ultimi anni, con un titolo che manca a Maranello dal 2007. Miracoli del tanto atteso cambio di regolamento, che ha trovato la scuderia Rossa pronta a celebrare i 75 anni della sua storia, subito con grandi performance di ingegneri, meccanici e piloti. Due vittorie nei primi tre Gran Premi con Leclerc in testa alla classifica piloti e la scuderia in quella costruttore. Per chiudere il cerchio, servirebbe un'altra, grande soddisfazione da regalare ai 100.000 del Santerno, che non esultano per una Rossa vincente ormai da 16 anni, quando un certo Michael Schumacher nel 2006 firmò l'ottavo trionfo ferrarista a Imola. Il suo sesto personale tra le curve emiliane, alla guida di una monoposto griffata Maranello. Un ritorno al passato, che mai come questa volta ci farebbe tornare a sperare nel futuro.