È il negoziato che ci ha portato l'accordo di Parigi e quindi l'ancora di salvezza contro la catastrofe climatica, ma è anche il negoziato che da qualche anno a questa parte non riesce a stare più al passo con l'urgenza della crisi. A dirlo, un gruppo di scienziati, politici, esperti con una lettera pubblicata sul sito del Club di Roma e indirizzata alle nazioni unite. Tra loro, la Rockstar degli scienziati Rockstrom e l'ex segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon. Le prossime cop dovrebbero tenersi in paesi che offrono un vero supporto all'azione non quindi in posti come Dubai e Baku dicono. Un dibattito quello sulla riforma che ritorna periodicamente ma che per essere tradotto in realtà richiederebbe anni di lavoro e il tempo nella lotta alla crisi è quello che manca. Il dibattito però, potrebbe servire per mettere pressione sul negoziato come quello sulla finanza che secondo la presidenza della Cop29 si muove a rilento. Intanto, le ultime ore qui allo stadio di Baku sono segnate da un numero: 1773. Tanti sono i lobbisti dell'industria del fossile responsabile della crisi climatica registrati alla conferenza di quest'anno. Un numero in percentuale simile a quello dell'anno scorso. "È difficile che le lobby entrano in contatto con i negoziatori in questa sede. Magari potranno incontrarsi prima o dopo ma non in questa sede. È giusto che quando si parla di queste cose non ci siano amici o nemici. C'è necessità di trovare dei compromessi e portare tutti quanti dalla nostra parte".