Una speranza arriva da Napoli. Non esiste una cura per il coronavirus né ancora un vaccino, ma c'è un farmaco: il Tocilizumab, che viene di solito usato per combattere altre infiammazioni dovute all'artrite reumatoide e a terapie immunologiche nella cura dei tumori. In Cina ha già mostrato ottimi risultati per il trattamento di polmoniti severe da nuovo coronavirus. Nel concreto stiamo utilizzando un farmaco, il Tocilizumab, che normalmente lo si trova in commercio per l'artrite reumatoide. Cos'è tecnicamente? Un anti interleuchina-6. Interleuchina-6 è una sostanza che viene prodotta nel corso dell'infiammazione, che noi oncologi che facciamo immunoterapia conosciamo bene perché viene utilizzata nel trattamento degli effetti collaterali di alcune monoterapie. Noi colpiamo l'infiammazione non il virus. Quindi la complicanza e non il virus. Questo è importante perché? Perché permette ai pazienti di recuperare la funzione respiratoria. Sarebbe anche importante, visto che questo trattamento iniziato in altre terapie intensive, sappiamo Bergamo, Milano, il Sacco, lo Spallanzani, mettere insieme tutti questi dati e di avere in questo momento il polso della situazione su come sta andando. L' Istituto Tumori Pascale e l'azienda ospedaliera Dei Colli, primi in Italia, hanno iniziato a trattare due pazienti sabato e sembra che i risultati incoraggino tanto che si stanno trattando altri due pazienti e si sta pensando a una sperimentazione su larga scala. Il risultato su almeno uno dei due pazienti è stato molto buono. Ci speriamo, addirittura speriamo di esturbarlo, cioè di di toglierlo dalla rianimazione, toglierlo dall'intubazione, quindi in qualche modo questo è successo poi 48 ore dopo il trattamento. Si deve pensare a una sperimentazione su larga scala. Lo stiamo già facendo col Pascale, con il dottore Perroni, ci stiamo ragionando, già è stata contatta l'AIFA e vogliamo fare questo sul territorio nazionale perché è doveroso fare questo, anche per offrire in maniera uniforme a tutti i pazienti di poter avere l'accesso al farmaco, che è peraltro fornito dall'azienda gratuitamente, questo tengo a dirlo, dobbiamo arrivarci forse prima che il pziente sia in rianimazione. Noi stiamo ragionando su quali pazienti trattare. E poi un appello alla popolazione: non smettere di donare il sangue in questo periodo. Non è possibile che proprio in questo momento, per non uscire di casa, non doniamo sangue. Quindi uscire di casa per donare sangue è una delle cause giuste, che ci dice il Ministero, e ci dicono centralmente, una delle cause giuste per cui possiamo uscire di casa. Lo dobbiamo fare.