Fiori lanciati in mare sul punto in cui il barcone andò a fondo portando con te 368, uomini, donne, bambini. Fiori lanciati in mare dalla porta d'Europa, dove tra lacrime, preghiere e nella commozione generale si ricordano anche le 268 vittime del naufragio che avvenne appena 8 giorni dopo, l'11 ottobre. Una barca piena di famiglie siriane in fuga dalla guerra, SOS ignorati, soccorsi tardivi. E tra i 60 bambini dispersi tra le onde c'erano anche Mohamed e Akhmed, i genitori riuscirono a salvare solo il terzo figlio e vengono qui ogni anno. A Lampedusa il "Comitato 3 ottobre" coinvolge centinaia di studenti che incontrano i sopravvissuti e i familiari delle vittime e imparano che dietro i numeri dei flussi migratori ci sono volti e storie di chi fugge dalla guerra, dalla miseria estrema, e continua a morire in mare. "Davvero siamo stanchi di contare i morti. Negli ultimi anni per morti circa 23.000." L'Europa intervenga per fermare le stragi, unanime il coro di richieste. "Organizzare dei veri e proprio flussi migratori controllati con corridoi umanitari e soprattutto deve vincere un'Europa comunità e non un'Europa alla Orban per capirci, perché sennò avremmo solo più problemi." Corridoi umanitari, soccorsi in mare, chiedono a gran voce da anni organizzazioni umanitarie come IOM e UNHCR: "Dare a migranti e rifugiati l'opportunità di usufruire anche di canali sicuri e regolari per trovare protezione in Europa, non arricchire i network dei trafficanti di esseri umani." "Politiche di chiusura sono aumentate in questi anni. La situazione è peggiorata, anche quest'ano 1.081 morti nel Mediterraneo centrale e ancora 16.000 persone riportate indietro dalla guardia costiera Libica quest'anno.























