Il Teatro Vittorio Emanuele è gremito da centinaia di studenti di scuole e università di Messina e calabresi. Telefono in mano, rispondono ad una serie di domande per testare la propria conoscenza in materia di protezione dei dati personali e imparare l'uso responsabile del web e delle tecnologie. L'iniziativa voluta dal garante per la Protezione dei Dati è rivolta soprattutto ai giovani. "Il problema principale è quello di diffondere la cultura della privacy. Cercare di dare la consapevolezza e la maturità di utilizzare le nuove tecnologie, anche l'intelligenza artificiale, con la maturità che essa richiede". Dalla manipolazione delle immagini al furto di identità, dal cyberbullismo alla diffusione delle fake news, i rischi sono tanti, ed essere nativi digitali non significa saper usare gli strumenti digitali. L'attenzione tra i ragazzi è massima quando la vicepresidente del Garante elenca le regole da tenere a mente per navigare con prudenza. "Limitate la condivisione di vostre fotografie o di video sui social o nelle chat, soprattutto con degli sconosciuti". Sullo schermo scorrono le storie drammatiche di chi è rimasto vittima di una truffa, di chi ha visto le proprie immagini private finire sulla rete o è stato discriminato per i contenuti postati sui social. "Si immagina che così come è facile pubblicare qualcosa online, poi è anche facile cancellarlo. Questo purtroppo è sbagliato. E ciò che resta online può condizionare, talvolta in negativo, la nostra esistenza". Ogni cosa che pubblichiamo resta online per sempre, ricorda dal palco anche l'attivista iraniana Pegah Moshir Pour: "Attenzione a ogni cosa che scaricate, a ogni chiave di casa che voi date a chiunque, agli sconosciuti".