Tanti punti di rilievo nella relazione annuale del Presidente dell'ANAC, Raffaele Cantone, a Montecitorio. Un bilancio di cinque anni di lavoro per l'Autorità Nazionale Anticorruzione, incluso alcuni appunti specifici sul decreto Sblocca cantieri, ora sotto i riflettori, che secondo Cantone incide sicuramente anche sui poteri dell'ANAC. Il giudizio complessivo sull'impianto resta sospeso, anche in attesa che si completi l'iter legislativo. Per Cantone il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole e non di continui cambiamenti. Ci sono degli aspetti problematici che vanno evidenziati, alcuni, devo dire, sono stati anche corretti. Meglio 150.000 euro che 200.000 euro. Ci sono le deroghe ai Commissari che sono numerosissime, per il momento teoriche. Io credo che bisogna tenere la guardia alta, perché i numeri delle interdittive antimafia che crescono in questo modo segnalano un dato preoccupante. Le interdittive antimafia vengono emesse dai Prefetti e sono sempre più numerose e soprattutto si concentrano sempre più al Nord. Il lavoro dell'ANAC va avanti. "Bisogna proseguire sulla strada intrapresa" è la ricetta di Cantone, che poi specifica che tornare indietro, come nel gioco dell'oca, mentre il sistema italianoi inizia a funzionare e viene preso a modello in altri Paesi, sarebbe difficilmente comprensibile. Poi lo sguardo rivolto al futuro. Secondo me lavorare moltissimo sulla trasparenza. I Paesi nei quali c'è poca corruzione sono i Paesi in cui è altissimo il livello di trasparenza dei comportamenti delle Istituzioni. Dove c'è poca trasparenza c'è tanta corruzione, però noi stiamo migliorando. Ogni tanto diciamo anche le notizie positive, non solo quelle negative.