L’attacco di hacker a un server dell’Aeronautica militare? La notizia è nota, datata, ma soprattutto il tentativo di incursione è stato ampiamente respinto. Da fonti militari arriva una precisazione netta e chiara sui dettagli raccontati in un articolo del quotidiano La Repubblica sulle incursioni a giugno scorso, forse da parte di hacker russi, di alcuni server della Difesa. “L’attacco ci fu” è la conferma, ma le difese informatiche anti intrusione hanno funzionato a dovere e alcun segreto è stato violato e acquisito. Insomma, non solo il muro informatico a tutela dell’attività dell’Aeronautica ha funzionato alla perfezione, ma quel tentativo di intrusione è stato seguito e tenuto d’occhio invertendo il ruolo dei soggetti interessati, diventando da preda a predatori. Poi una smentita: nessun segreto sugli F35 è stato carpito. Il tentativo di intrusione ha riguardato, infatti, un sito di posta elettronica non classificato e non riferito a materiale sensibile. Inoltre, nel luglio scorso Carmine Masiello, il consigliere militare del Presidente del Consiglio dei ministri, ammise l’episodio in audizione alla Commissione Difesa della Camera. Quindi, dalla Difesa avanzano una riflessione: perché rispolverare una notizia già nota e datata? A chi giovano queste speculazioni? Di certo – ed è la cronaca degli ultimissimi giorni – il tentativo di intrusione nei server della Difesa assieme all’arresto dei fratelli Occhionero ha riacceso i riflettori su come l’Italia sia vulnerabile in tema di cybersicurezza.