La caserma dei Carabinieri di Marigliano, in provincia di Napoli, era destinataria di propositi violenti ma in chat si parlava anche di obiettivi civili, come un attentato al centro commerciale 'Vulcano Buono' di Nola. Nulla che apparisse già pienamente pianificato ma intenzioni annunciate con rabbia allucinata nelle convulse conversazioni che avvenivano tra alcuni aderenti all'Ordine di Hagal, gli intercettati nell'ambito dell'indagine della Digos e dell'Antiterrorismo coordinata dalla Procura di Napoli, PM Antonello Ardituro e Claudio Onorati. In una intercettazione uno degli interlocutori propone a un altro di fare un attentato al centro commerciale utilizzando una granata da guerra della quale è venuto in possesso. L'inchiesta, che l'anno scorso portò a una corposa perquisizione di armi bianche e simboli nazisti, è arrivata all'arresto di 4 persone e a un'ordinanza con 7 indagati accusati di aver formato un'associazione neonazista, suprematista e negazionista con finalità di terrorismo, che avrebbe il suo centro tra le province di Napoli, Caserta e Avellino. Uno dei destinatari dell'ordinanza, di origini ucraine ma residente con il padre a Marigliano, nel napoletano, è irreperibile. Si trova proprio in Ucraina, dove operano alcuni gruppi estremisti e a sfondo neonazista con finalità paramilitari: il Battaglione Azov, Pravyj Sektor e Centuria. L'associazione sarebbe in contatto con gruppi eversivi ucraini e alcuni componenti sarebbero stati più volte in Ucraina e in altri Paesi, anche per essere addestrati militarmente. A questi indagati potrebbero aggiungersene presto altri. Centrale era anche la propaganda sui social, ed è stata portata a termine un'altra corposa perquisizione informatica.























