Le nuove regole della convivialità non lo hanno scoraggiato neanche un attimo, anzi si sono trasformate immediatamente in un'opportunità. È la prima cosa che ci dice Davide Oldani, chef stellato e cuoco pop arrivando nel suo ristorante D'O a Cornaredo, che è un po' anche casa, dove ci dà appuntamento. Tutto è pronto per la riapertura, ripensato, studiato e calibrato al millimetro per tornare ad accogliere dopo il lungo lockdown. Quello che ci sarà adesso rispetto a prima nelle persone che verranno nel nostro ristorante o quello che cercheranno queste persone sarà la tranquillità, l'essere rassicurati in una maniera totale. Dall'abbigliamento di chi lavora in sala agli stessi arredamenti, ogni dettaglio è stato ripensato all'insegna della sicurezza di tutti, ma anche di un progetto di sostenibilità che Oldani porta avanti da sempre. Ripartiremo da tutto questo. Dalla santificazione, non dico lavare, dico sanificazione delle mani, a quello che è tutto il progetto di questi tavoli che io ho disegnato ormai quattro anni fa dove abbiamo messo una vernice igienizzante, tecnologica nuova fatta da Milesi che mi ha permesso adesso di continuare a servire su un materiale così naturale come il legno, quella che è la mia cucina. Per cui da questa vernice igienizzante agli stessi guanti che abbiamo fatto con un materiale che si possa rilavare, per cui le persone che serviranno il piatto faranno solo quello, toccheranno solo il piatto con i loro guanti che cambieranno, ma non butteranno via. Stesso discorso per le mascherine, prodotte come tutto il resto rigorosamente in Italia e per gli occhiali che tutti, compreso chi lavora in cucina, indossano. Noi avremo due brigate che non si incrociano, per cui uno farà pranzo e e uno farà cena. Ultimi ritocchi e si riparte con un menù estivo e una carta disponibile direttamente sul telefonino di ogni cliente attraverso un QR code, presente all'ingresso. Le prenotazioni già riaperte riguarderanno via via un arco di tempo di non più di un mese e mezzo. Novità poi il piccolo dehor che si affaccia sul borgo. La piazza, la casa, la stessa chiesa, il seme del Paese che è l'olmo, tutte queste cose fanno sì che si possa ripartire, come qualcuno ha detto, dai borghi di Italia, per poi andare nelle città.