La crisi all'inizio riguardava l'agricoltura, dopo mesi senza pioggia e il livello dell'acqua negli invasi basso come non mai, già in inverno contadini e piccoli imprenditori avevano lanciato l'allarme, terreni aridi come se fosse agosto, intere distese di campi a secco, coltivazioni di frutta e ortaggi distrutte e ora anche il grano, bruciato dalla siccità. Dalle campagne alla città, la crisi si è presto estesa. Nell'isola, che secondo gli esperti è già entrata nella fase di desertificazione, unica area d'Italia e tra le poche in Europa in "zona rossa" come l'Africa del Nord, a secco non sono più solo i rubinetti dei consorzi agricoli. La Regione ha chiesto lo stato di emergenza e diffuso un vademecum per invitare i cittadini a risparmiare l'acqua ed evitare gli sprechi: "Il Governo comunale sta sostenendo pienamente il ruolo della Regione che è chiamata agli interventi di sistema. Ho detto anche come non si stia in presenza di una condizione emergenziale, ma in una condizione che impone attenzione e senso di responsabilità da parte di tutti, sia delle istituzioni che dei cittadini." il problema in Sicilia è anche strutturale, riguarda le reti che perdono metà dell'acqua dalle tubature e il mancato funzionamento di impianti come i tre dissalatori in disuso da vent'anni. Servono interventi che non siano solo emergenziali, ricorda l'ANCI: "Cambiamenti climatici, siccità, ritardi enormi negli investimenti nel sistema idrico integrato, ha portato a un risultato devastante, drammatico. Non possiamo non accelerare per la riduzione delle enormi perdite che ci sono nel sistema idrico che fornisce alle famiglie e alle imprese".