Carcere a vita per Tito e Bob, che nel luglio 2023 hanno ucciso Mahmoud Abdalla, decapitandolo, la testa mai ritrovata e tagliandogli le mani perché voleva lasciare il lavoro e denunciarne lo sfruttamento. La Corte d'Assise d'Appello di Genova ha deciso il massimo della pena per gli autori dell'atroce delitto del barbiere egiziano di 19 anni, ucciso con una pugnalata al cuore dai due datori di lavoro nell'appartamento di Sestri Ponente. Il corpo infilato in una valigia, mutilato e poi gettato in mare a Chiavari in piena notte. A incastrarli la ricostruzione fatta dai Carabinieri attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza. Un omicidio aggravato dalla premeditazione e vilipendio di cadavere. In aula il fratello della vittima, dopo la lettura della sentenza, si lascia andare a un pianto liberatorio, non parla italiano ma ringrazia tutti, anche se Mahmoud non lo restituirà più nessuno dice. Mahmoud, partito dal suo paese pieno di sogni con la speranza di una vita migliore in Italia, aveva scelto Genova, qui aveva trovato la possibilità di fare il lavoro che amava, il barbiere. Da quel negozio di via Merano voleva licenziarsi, aveva trovato impiego in un'altra barberia di Pegli, il giorno stesso la trappola mortale di Tito e Bob, 27 e 26 anni, che in aula si sono accusati a vicenda, mai un rammarico se non durante la sentenza del processo, quando nelle dichiarazioni spontanee, si dicono dispiaciuti per i parenti della vittima.