C'è il silenzio del dolore e della riservatezza nel quartiere di Pontedecimo. Pochi chilometri fuori Genova all'indomani della tragedia. Quella di una ragazza di appena 23 anni uccisa dal fidanzato che poi si è tolto la vita perché non accettava la fine della loro storia. Giulia Donato e Andrea Incorvaia sono stati trovati nella camera da letto dell'appartamento all'ultimo piano di via Anfossi. Lui, guardia giurata di 32 anni, aveva ancora la pistola in mano, la stessa con cui prima ucciso Giulia, poi si è sparato. Lei aveva deciso di troncare quella relazione asfissiante iniziata a maggio. Lui era cambiato, raccontano gli amici, accecato dalla gelosia l'aveva allontanata dagli affetti più cari. A dare l'allarme mercoledì sera è stata la sorella dell'uomo che non riuscendo a mettersi in contatto con il fratello da martedì ha deciso di recarsi nell'abitazione di Giulia, preoccupata dalle frequenti liti tra i due giovani. Tuttavia, secondo le prime verifiche degli investigatori non c'erano state precedenti denunce né richieste di aiuto alle forze dell'ordine legate al loro rapporto difficile. Quel che è certa è la trasformazione negli anni di Andrea Incorvaia. Un tempo solare e sorridente poi solo il selfie in palestra e i tatuaggi dark, la possessività nei confronti di Giulia. Una vita già segnata da un altro dramma, quello della ragazza, che un anno fa aveva perso la sua bambina di appena un mese avuta da una precedente relazione. Tra le ipotesi degli inquirenti la giovane donna potrebbe essere stata uccisa nel sonno. È la prima vittima di femminicidio di questo 2023.