8 ottobre del 2015, Mario Bozzoli sparisce dopo una giornata di lavoro nella sua fonderia di Marcheno nel bresciano che gestisce insieme ai nipoti Giacomo e Alex. La sua auto resta nel parcheggio, come se non fosse mai uscito da lì, ma di lui non c'è più traccia. Partono le indagini la fonderia viene messa sotto sequestro. Sei giorni dopo Giuseppe Ghirardini, un addetto ai forni, l'ultimo ad aver visto Bozzoli vivo, viene trovato senza vita sulla riva di un torrente in Valcamonica. 5 anni dopo, nel 2020, Giacomo Bozzoli viene rinviato a giudizio, l'ipotesi della Procura è che abbia ucciso lo zio facendolo gettare nel forno della fonderia per farne sparire ogni traccia da quel dipendente, trovato poi morto al quale avrebbe versato 50mila euro. Il movente? Le divergenze e i litigi circa la gestione economica dell'azienda. Nel 2022 Giacomo Bozzoli viene condannato all'ergastolo, pena confermata in secondo grado e il primo luglio scorso in Cassazione. Ma quando i giudici emettono il verdetto Giacomo Bozzoli presumibilmente è già a Marbella, in Spagna, di certo non è nella villa di Soiano del Lago dove viveva con la moglie Antonella Colossi è con suo figlio di 9 anni, la stessa villa dove è stato poi arrestato, nascosto e con un borsello con 50mila euro. Resta un'inchiesta Bozzoli bis che chiama in causa Oscar Magi, altro operaio addetto al forno più piccolo, per omicidio e occultamento di cadavere, e Alex fratello maggiore di Giacomo, accusato di falsa testimonianza assieme a un terzo dipendente della fonderia. La Procura di Brescia ha chiuso le indagini, si attendono i rinvii a giudizio.