Il ricorso presentato dal Governo al TAR, per le norme varate in Emilia Romagna che attuano il suicidio medicalmente assistito, è stato presentato lo scorso 12 aprile. La tesi sposata da Palazzo Chigi rafforza un primo ricorso presentato dalla consigliera regionale forzista Valentina Castaldini e richiede l'annullamento delle delibere per carenza di potere dell'ente sul tema e la contraddittorietà e illogicità delle motivazioni che sostengono le linee guida trasmesse alle Aziende Sanitarie. Ancora una volta i tentativi regionali di attuare la legge sul fine vita incontrano ostacoli e opposizioni, una decina le regioni in ordine sparso per l'Italia che hanno iniziato questo cammino per colmare il vuoto legislativo sulla materia e garantire un diritto sancito dalla Costituzione. Veneto, Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Lazio, Sardegna solo per citarne alcune. A gennaio il Veneto sembrava ad un passo dalla approvazione ma sul voto la Giunta di centro-destra si è spaccata e la legge non è passata. In Emilia a fine febbraio l'iter legislativo della giunta, guidata da Stefano Bonaccini, ha completato il suo percorso con due delibere, ora al giudizio del Tar su richiesta del Consiglio dei Ministri, sotto accusa iter e tempistiche, massimo 42 giorni d'attesa, quelli previsti dalla presentazione della domanda e l'eventuale esecuzione della procedura farmacologica.