Un luogo simbolo, un antidoto all'oblio documentazione denuncia pubblica e speranza vuole essere questo il senso del memoriale del crollo del ponte Morandi inaugurato a Genova sotto il nuovo San Giorgio. Tutto rinasce dove il 14 agosto 2018 il gigante è collassato spezzò 43 vite. E il boato che squarciò il silenzio nella pioggia alle 11:36 rivive in forma immersiva il minuto del crollo. Il dolore più grande "C'è il boato, ci sono delle immagini, ci sono dei suoni, della musica e poi ci sono le luci, che si accendono e che come immaginerete, sono i nostri cari." Tanta l'emozione nel ricordo di chi non c'è più in una tragedia che si poteva evitare. Un memoriale che documenta il disastro, i soccorsi, gli sfollati, la storia del Morandi, la vicenda giudiziaria ancora in corso. Luogo voluto dai familiari delle vittime che nel progetto dell'architetto Stefano Boeri prova a guarire un paese abituato dimenticare. Sotto la pila nove un orto botanico simbolo di vita e luce. Non è un museo, spiega Boeri, ma una ballata civile. "È un luogo dove si cerca di dar conto di come l'incuria e l'amnesia siano due mali che ci affliggono, che affliggono questo nostro bellissimo paese e quindi abbiamo bisogno di esercitare la memoria attiva. Raccontare le origini, le ragioni di questa tragedia può può essere di grande utilità per tutti. Tra le cose che mancano, mancano le macerie che sono ancora sotto sequestro, ma arriveranno presto e saranno nel luogo giusto perché le macerie e poi hanno la forza, parlano da sole, sono come pezzi di corpo di questo gigante crollato e che dicono moltissimo." Una commozione che divampa tra le note del compositore Remo Anzovino che, come un pescatore di anime, traduce i sentimenti in musica.