Sono oltre 13.000 gli ettari di macchia mediterranea andati in fumo in Sicilia nel corso di questa estate. Il fuoco ha distrutto parte dei Nebrodi, delle Madonie e devastato riserve naturali, come quelle dello Zingaro nel trapanese. Dietro le fiamme, quasi sempre, la mano dell’uomo. Ieri a Messina tre ragazzini sono stati fermati dopo che avevano appiccato un incendio, per fortuna subito domato. Ai poliziotti hanno detto: “Abbiamo fatto una stupidaggine”. La Sicilia è la regione che paga il prezzo più alto di questa calda estate di incendi. Devastate dalle fiamme vaste aree che già negli anni scorsi erano state prese di mira dai piromani. Molte le Procure che indagano, al momento contro ignoti. Nella sola giornata di ieri, i Vigili del fuoco e gli uomini della Protezione civile, aiutati dall’alto dai canadair, hanno operato ancora una volta nella riserva naturale dello Zingaro e tra Boccadifalco e Monreale, alle porte di Palermo. Ci sono volute ore prima di domare i roghi, che si sono alimentati anche a causa del forte vento di scirocco che ieri ha spazzato la regione. Chi indaga sui roghi chiede a gran voce l’aiuto dei cittadini. Denunciate, dice il Procuratore di Trapani, o delle nostre terre non resterà che cenere. Un appello che si spera non rimanga inascoltato.