Livorno fa la sua parte da Flotilla di terra. In seguito al blocco dei sindacati di base USB e della FIL-CGL, la porta container di bandiera israeliana Zim Virginia, accolta tra i claxon, ha in serata preso la via del mare. "Catalogarla come una vittoria sarebbe scorretto, perché comunque la vittoria è se ci fosse stato, a seguito della nostra azione, un cessate il fuoco e l'apertura di corridoi umanitari nella Striscia di Gaza. Ci siamo in qualche modo sostituiti all'immobilismo del Governo, che se anziché vendere armi magari sanzionasse Israele non sarebbe male". Sul tema, se ne rendono conto anche i lavoratori, ci vuole attenzione. Perdere traffico significa mettere a rischio l'economia di una città che conta sui 1.300 posti di lavoro del porto. "Io sono pienamente orgoglioso e soddisfatto di come la mia città ha saputo reagire a questa situazione, lanciando dei messaggi chiari. Se a protestare è solo Livorno o solo Genova, poi il messaggio come arriverà? Quando arriverà? Il rischio è di ingessare e bloccare un intero porto con degli esiti che sono tutti incerti". Per questo le istituzioni e le associazioni di categoria suggeriscono azioni mirate. "Quello che sta succedendo noi vorremmo che fosse più circoscritto a elementi specifici, cioè laddove venissero individuati carichi che portano armi uno può anche, diciamo, da un punto di vista di coscienza, condividere il presupposto. Il commercio dovrebbe essere l'arma per dialogare, non per dividere". Ma i portuali guardano al mare aperto ed ogni loro azione, promettono, sarà una Livorno. .























