L’acqua ha raggiunto case, campi e capannoni in una manciata di secondi. Migliaia di metri cubi di fanghiglia, generati dall’esondazione del torrente Muson dei Sassi, in località Camposampiero, in provincia di Padova, a seguito della rottura di un argine provocata dall’enorme quantità di pioggia caduta in poche ore in tutto il Veneto. Una decina le abitazioni rimaste isolate. 40 i residenti evacuati dai soccorritori fluviali dei Vigili del Fuoco. "I tempi, invece, per ripristinare l'argine?" "Allora, ora siamo in collaborazione con la Protezione Civile e il Genio Civile per un'attività di pianificazione e di ripristino dell'argine stesso." Ingenti danni non solo a Camposampiero ma in tutta la provincia di Padova, dove le richieste di aiuto alla sala operativa dei Vigili del Fuoco sono state oltre 2.500, 850 gli interventi eseguiti. Emergenza anche nel vicentino, con i livelli dei fiumi e dei torrenti di media portata costantemente monitorati, e nel trevigiano, in particolare ad Asolo e Castelfranco Veneto, dove i 100 millimetri di pioggia caduti hanno allagato case, garage e gran parte dei centri storici, interdetti al traffico fino alla tarda mattinata. Diversi sindaci hanno disposto la chiusura delle scuole. "Siete senza corrente, ancora?" "Senza corrente perché, come vede, i contatori sono tutti sotto là. Adesso non so per quanto tempo rimarremo." "Quanti garage ci sono qui sotto, signora?" "6 o 7 garage qua sotto." Il Governatore Luca Zaia ha dichiarato lo stato di emergenza, a nemmeno 3 mesi dall’eccezionale ondata di maltempo di fine febbraio. Oggi come allora, i bacini di laminazione realizzati dopo la grande alluvione del 2010, in poche ore hanno raccolto centinaia di migliaia di metri cubi d’acqua, che altrimenti si sarebbero riversati sulle città.