Il sole invade una piazza San Pietro affollata di fedeli, che tracimano e riempiono anche via della Conciliazione. Giorno di Natale, giorno di festa. Francesco si affaccia dalla loggia delle benedizioni e nel suo messaggio in mondovisione, dice che ogni cristiano è chiamato a portare la speranza del mondo siamo noi le mani e le braccia che usa Dio per essere vicino agli uomini. Elenca luoghi di dolore, di sofferenza, di guerre e conflitti. Dalla Siria all'Iraq dalla terra Santa ai paesi del suo continente, l'America Latina, all'Africa. E dice che è l'ingiustizia che crea migranti e costringe le persone ad attraversare deserti e mari trasformati in cimiteri. E' l'ingiustizia che le costringe a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo di tortura in campi di detenzione disumani. E' l'ingiustizia che li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza. Nel mondo ci sono tenebre nelle relazioni personali e sociali, in economia e in politica, anche in ecologia, ma più grande dice è la luce di Cristo che invade e salva tutta l'umanità ferita che cambia il volto della storia. E al termine di questo gesto vissuto insieme al Papa i fedeli arrivati da tutto il mondo si allontanano ma è un momento che rimarrà a lungo nelle loro menti e nei loro cuori che non li ha lasciati indifferenti. Veniamo da tutto il mondo, dalla Croazia, Spagna, Brasile, Australia. E siamo contentissimi di essere con il Papa. Sentiamo nel cuore questa città stupenda e vedere il Papa è una cosa entusiasmante.