Circolarità, prossimità e packaging degli alimenti, sono questi i tre pilastri innovativi, attorno ai quali si sta costruendo il futuro della lotta allo spreco alimentare, sia l'eccesso industriale, sia ciò che viene buttato in casa. Al Politecnico di Milano si sta studiando proprio questo, nuovi metodi per evitare o riciclare il cibo che non viene utilizzato o viene prodotto in quantità eccessive, partendo da due punti fermi: innanzitutto, a livello industriale, l'eccesso di prodotto non deve essere un problema, ma una risorsa, in secondo luogo, le indicazioni sulle etichette vanno sì rispettate, ma con margini che possono essere più ampi di quanto si crede. In Italia, il totale delle eccedenze generate nella filiera agroalimentare è oltre cinque milioni di tonnellate e rappresenta circa un sesto del totale del cibo che viene consumato. Quindi un sesto del cibo consumato è prodotto in eccedenza e di questo, ahimè, il 90% circa viene sprecato. Quindi qua l'obiettivo è di ridurre enormemente questa percentuale, almeno del 50% in dieci anni. E poi gli imballaggi, certo, devono garantire di preservare correttamente l'alimento, in totale sicurezza igienico-sanitaria, ma possono anche essere a limitato impatto ambientale e gli effetti sono più sorprendenti e immediati di quanto si possa immaginare.