Nel carcere di Reggio Emilia la confidenza fatta ad altri detenuti, la decisione di uccidere Saman frutto di un accordo tra i parenti della ragazza, la circostanza emerge dagli atti del processo che inizierà a febbraio. Imputati, oltre ai due genitori fuggiti in Pakistan, lo zio e due cugini in cella. In una notazione della polizia penitenziaria proprio un cugino di Saman Abbas, Ikram Ijaz, confida ad alcuni compagni di detenzione che la giovane è stata condannata a morte dalla famiglia con un giuramento religioso sul Corano, un patto del silenzio. E avrebbe aggiunto che a completamento della missione lui, insieme all'altro cugino e allo zio Danish, avrebbero dovuto ammazzare anche il fidanzato della ragazza. Il loro amore in questo scatto che lei aveva postato sui social. Un affronto per l'onore del clan degli Abbas. Saman aveva rifiutato un matrimonio combinato dai genitori, in Pakistan. Queste le sue ultime immagini, la sera del 30 aprile dello scorso anno, a Novellara, esce di casa con il padre e la madre, non sa che la stanno consegnando allo zio e ai cugini, nascosti tra le serre, gli esecutori materiali dell'omicidio. Il giorno dopo i genitori a Malpensa si imbarcano per tornare in Pakistan dove il padre è stato filmato lo scorso agosto mentre partecipa a una processione religiosa. Per lui e la moglie la richiesta di estradizione avanzata dalla giustizia italiana, ancora senza risposta.























