Lascia l'aula per tornare in cella come ha fatto ogni settimana dal 13 febbraio ad oggi. Questa volta, però, con la certezza e la prospettiva di rimanere in carcere a vita. Dovrà pagare tutte le spese legali, ha perso la potestà sui suoi figli. Omicidio aggravato, violenza sessuale, vilipendio, occultamento e distruzione di cadavere. Giudicato colpevole di ogni accusa, la Corte ha dato a Innocent Oseghale il massimo della pena proprio come richiesto dall'accusa. La prima ad uscire dall'aula è Alessandra, la mamma di Pamela. Accanto a lei c'è il Papa. “Soddisfatta della sentenza che hanno oggi adottato i giudici. L'hanno adottata con coscienza, con tutte le prove, poi, che sono state portate sia dagli avvocati che dai Carabinieri. Non è ancora finita”. Ergastolo con isolamento di 18 mesi. La sentenza arriva al termine di un processo complicato e difficile da raccontare per l'atrocità e l'efferatezza del crimine commesso. Per la famiglia l'ergastolo era l'unica scelta possibile. “Un processo lungo, doloroso. Oggi abbiamo ottenuto una sentenza importante, che, come abbiamo già detto, è una sentenza che esprime la vittoria della civiltà contro la barbarie.” 90 giorni per depositare le motivazioni, poi la difesa ha già annunciato che farà ricorso. “Noi fondiamo il nostro convincimento su una relazione, la relazione medico legale a firma del professor Bacci che mette in discussione l'operato dei consulenti della Procura di Macerata. Innanzitutto la prima obiezione è quella in relazione alla morte per overdose che viene scartata con un ragionamento un po' semplicistico che non tiene conto del dato soggettivo, e quindi viene scartata questa ipotesi, ripeto, in maniera un po' frettolosa e non scientificamente corretta”.