Anastasia vittima anche di razzismo, Anastasia trasformata in quello che non è. É il difensore di Anastasia Kylemnyk a dirlo. Nella arringa del processo per l'omicidio di Luca Sacchi sottolineando come la vita privata di una ragazza di vent'anni sia stata messa in piazza abbiamo dovuto sopportare doveva di eccessivo e uso un eufemismo, interesse mediatico. Interesse mediatico che peraltro si è concentrato su aspetti che rispetto all'interesse pubblico secondo me sono assolutamente recessivi. L'allora fidanzata di Luca è imputata con l'accusa di violazione della legge sugli stupefacenti. Per il suo legale va assolta per non aver commesso il fatto perché non ha partecipato alla trattativa per l'acquisto di droga e perché sapeva sì che nel suo zaino c'era del denaro ma non credeva servisse alla compravendita. Anastasia accusata dalle parti civili, di aver depistato le indagini, di aver reso più complicata la ricerca della verità. Anastasia certamente ha mentito nel momento iniziale la sera stessa la mattina presto del fatto e lo ha fatto per una ragione umana comprensibilissima. Quella della paura per se stessa e per Luca, però dire che Anastasia abbia depistato è contrario ad ogni evidenza del processo. Ma la ragazza è anche parte lesa perché aggredita e rapinata dello zaino nel quale Paolo Pirino e Valerio Del Grosso credevano di trovare i €70.000: prezzo concordato per 15 kg di droga. Quella sera però la droga non c'era e lo zaino era vuoto. Per Del Grosso, autore materiale dell'omicidio, la procura ha chiesto l'ergastolo. 30 anni per Pirino e Marcello De Propris che avrebbe dovuto consegnare lo stupefacente e che invece ha fornito la calibro 38 che ha ucciso Luca.























