La bara bianca e i palloncini, un'immagine che nessuno vorrebbe vedere, che fa sempre male. Ma quando la bara bianca è di un bimbo ucciso dal padre, di parole ne rimangono davvero poche. Al funerale ci sono le maestre di Daniele, si erano salutati dicendo ci vediamo il 10 gennaio e ora invece lo ricordano come un bambino sempre sorridente. Danielino, come lo chiamano tutti, è stato ucciso dal padre con una coltellata alla gola la notte di capodanno e nascosto in un armadio. Davide, il padre, voleva punire la sua ex per averlo lasciato e ha ucciso il bambino con il proposito di fare poi lo stesso con lei ma non c'è riuscito. Il giorno del funerale non è mai quello adatto a fare polemiche, ammesso che sia un giorno adatto per fare qualcosa se non piangere o pregare. Ma tra queste persone disperate aleggia comunque la stessa domanda: "com'è stato possibile? Di chi è la colpa, oltre che della mano che l'ha colpito?". "Ogni diritto degli adulti è secondario a quello dei bambini, non possiamo rifugiarci neppure nelle leggi, è troppo comodo", così nell'omelia Don Luigi Silipigni. "Raggio di luce splendente e vivace", è il ricordo della mamma affidato a un amico. Nel campetto dell'oratorio di solito i bambini corrono, giocano a calcio, oggi il silenzio parla ed è più forte delle urla di uno stadio pieno.