Ll'esame di questi 13.000 documenti sanitari provenienti dai vari paesi, afferenti alla regione dell’OMS dimostrano appunto non c'è un aumento di trasmissione di malattie infettive con la popolazione migrante. 90 milioni di migranti in 53 paesi sono quelli monitorati nella Regione Europea che comprende anche diverse ex repubbliche sovietiche da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Un numero importante che in tema di salute evidenzia subito un dato chiarissimo. Non esistono epidemie trasmesse da migranti, anzi chi arriva in questa regione, scappando da guerre, persecuzioni e miseria ha maggiori rischi di ammalarsi nella sua destinazione finale, per le difficili condizioni ambientali in cui spesso si trova a lavorare e a vivere. Il migrante arriva sano però, vivendo nell'ambiente, si ammala per la particolare situazione in cui vive. A volte situazioni di povertà e di difficoltà di accesso al Servizio Sanitario Nazionale. Per i migranti aumenta, ad esempio, il rischio di neoplasie, una patologia che nella Regione europea dell'OMS rappresenta la prima causa di morte, mentre ha un'incidenza decisamente più bassa nei loro paesi di provenienza. Inoltre, quello che preoccupa a livello globale, non solo è la scarsa prevenzione che persone in stato di vulnerabilità possono fare, ma la difficoltà di accesso al sistema sanitario che a livello internazionale raramente garantisce ai migranti il diritto alle cure. L’Italia in questo senso è un Paese Virtuoso, l'articolo 32 della Costituzione garantisce la salute in quanto esseri umani, senza distinzione di nazionalità, riconoscendo dunque la sanità pubblica, come un diritto universale. Bisogna soffermarsi soprattutto sui minori non accompagnati, perché a loro bisogna rivolgere le attenzioni, molto spesso rientrano in un circuito molto complesso e difficile anche di prostituzione. Chi si mette, per necessità, in viaggio verso un altro paese è ad alto rischio di contrarre una malattia mentale. Le aspettative disattese di una vita migliore, insieme alle torture ed umiliazioni subite durante i viaggi della speranza, sono causa di traumi pesanti, a dimostrazione del fatto che i migranti sono, prima di tutto, essere umani vulnerabili. Le paure devono essere superate e quindi le false notizie che creano allarmismi inutili devono essere mitigati dalla giusta comunicazione e dalla formazione.