"Il lavoro non si tocca, il lavoro non si tocca" "Che cosa significa a Palermo perdere un posto di lavoro come questo?" "Significa, come diciamo qua a Palermo, "non ti puoi campare più", perché questa terra è stupenda, però non offre opportunità. Abbiamo rappresentato la Compagnia vent'anni, ci siamo cresciuti, tanti di noi hanno fatto bambini e contiamo su questo unico stipendio. Se ci viene tolto, a 40 anni, dove dobbiamo andare?" Nella Regione con uno spopolamento costante e un tasso di disoccupazione tra i più alti in Europa, perdere il lavoro, significa spesso non ritrovarlo. Lo sanno bene i 621 dipendenti, che tra Sicilia e Calabria, il 30 settembre potrebbero rispondere alle chiamate del call center di Almaviva per l'ultima volta, alcuni dopo vent'anni di servizio. "E la cosa più grave è sentirci dire che ci hanno tolto il posto di lavoro, semplicemente perché costiamo troppo. Il fatto che un'azienda, privata per giunta, rientri in una commessa di una compagnia aerea pubblica e riesca ad abbattere il costo del 30%, è vergognoso". Solo una piccola parte, verrà assorbita dalla nuova società e questo, denunciano i sindacati, in violazione della legge. "La nuova società ITA, non ha inserito la clausola sociale, che è una legge dello Stato del 2016, che garantisce l'occupazione, cioè i lavoratori seguono la commessa. Sono 570 famiglie, che rischiano di non avere più un futuro". I lavoratori, riuniti per l'ennesima protesta, davanti al teatro Politeama, incassano il sostegno del Sindaco, Leoluca Orlando. Ma è l'intervento del Governo Regionale e Nazionale, ad essere sollecitato. "Non è possibile pensare che si debbano fare dei tagli su stipendi già bassi di per se e non si applica una normativa dello Stato, quando la gara indetta da una società, a totale partecipazione pubblica". "Ci stiamo tenendo conto, che la politica non vuole applicare una legge dello Stato. Finita Alitalia, sarà una macelleria sulle altre commesse e su tutto il settore dei call center".