“Oggi io voglio rimettere le scarpe che erano di Maria”. Picchiate, accoltellate, perse, ammazzate, sparate, distrutte, annullate. 142 nel 2018 hanno pagato il tributo più alto per i loro amori sbagliati, la vita. Poco meno di 100 nel 2019 sono state uccise dalla rabbia, la vendetta, l'impotenza e il dolore del proprio uomo. L'ultima è Ana Maria, 30 anni, di origini rumene. Sarebbe stata anche incinta. È stata ferita dal suo amante a coltellate e poi finita a colpi di bastone. Ana è morta tra Partinico e Balestrate, vicino Palermo, sulla strada dove aveva un appuntamento con il suo aguzzino, il suo amante. La sera prima aveva minacciato di raccontare tutto alla moglie di Antonino Borgia, 51 anni, piccolo imprenditore con una ditta di costruzioni di piscine. Poi l'accordo e l'appuntamento, ma tutto è andato male. Prima l'amore, poi la lite, degenerata in violenza a più riprese. È stata documentata anche in audio dalle telecamere di sorveglianza di una villa. Lei - ha raccontato l'uomo agli inquirenti che l'hanno arrestato - voleva tremila euro. Forse il prezzo del suo silenzio, forse il costo di un aborto. Prima c'è stata una discussione, poi una coltellata, una tregua e la corsa in ospedale. Infine la tragedia. L'uomo, al culmine di una discussione, l'ha finita con altre coltellate alla gola e bastonate alla testa. La confessione a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, voluta dalle Nazioni Unite, e che mobilita istituzioni, associazioni e centri antiviolenza nel Paese. A Roma la manifestazione dell'associazione contro la violenza di genere, Non una di meno, mentre Camera e Senato, per ricordare le vittime di questa strage, ospiteranno una panchina dipinta di rosso, una delle tante sparse in giro per l'Italia per ricordare le donne uccise. Le panchine rosse riportano il numero nazionale antiviolenza, il 1522.