All’università La Sapienza di Roma gli studenti continuano il presidio. A oltranza, promettono, fino a quando la rettrice non li ascolterà. Chiedono di sospendere gli accordi accademici con gli atenei israeliani oltre che, più in generale, di fermare il genocidio a Gaza. I ragazzi si danno il cambio ma le tende, gli striscioni, gli slogan restano. Come resta la polizia all’ingresso, a segnalare uno stato d’allerta diventato più stringente dopo gli scontri di martedì. Bilancio: 25 poliziotti e 2 carabinieri feriti. Per i due manifestanti che erano stati fermati dopo gli scontri, i giudici hanno convalidato l’arresto ma senza misure cautelari: sono dunque tornati liberi. Secondo le forze dell’ordine, nel gruppo di chi animava la proteste c’erano anche alcuni anarchici estranei agli ambienti universitari, nonché un esponente dell’Unione Democratica Arabo Palestinese, considerata vicina a Hamas. Presenze da chiarire. Di certo dalle università di mezza Italia arrivano messaggi di sostegno per gli studenti di Roma. Torino, Bari, Padova, Pisa, le richieste ai rettori sono le stesse: escludere Israele dalle collaborazioni accademiche. In queste ora la Conferenza dei Rettori discute un documento sulla sicurezza preparato da un gruppo di lavoro interno. E intanto per il 24 di aprile è in programma un comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza ad hoc, a cui parteciperanno il Ministro degli Interni Piantedosi e la Ministra dell’Università Bernini, anche per mettere a fuoco il tema delle possibili infiltrazioni fra gli studenti dei gruppi anarchici e antagonisti.