Un'ora o poco più, è stata sufficiente al Giudice per l'Udienza Preliminare Ranazzi, che ha accolto le richieste del Procuratore Aggiunto Sergio Colaiocco, ha disposto nuove ricerche dei quattro imputati per la morte di Giulio Regeni. Ricerche affidate ai Carabinieri del ROS, da compiere in Italia tramite banche dati, social network e fonti confidenziali. Il Giudice ha anche deciso la trasmissione degli atti al Governo italiano, sia per verificare se ci sono eventuali novità rispetto alla rogatoria del 2019, in cui si chiedevano appunto, gli indirizzi dei quattro Agenti dei Servizi di Sicurezza egiziani, ma anche per capire se esiste la possibilità di avviare un'interlocuzione con le Autorità del Cairo. "Siamo soddisfatti che la nostra battaglia di giustizia possa proseguire. Noi e con noi il Popolo Giallo e la scorta mediatica, in sei anni non abbiamo mai avuto tentennamenti. Adesso chiediamo al Governo di fare la sua parte e di rispondere alle istanze del Giudice e alle nostre pretese di giustizia." La speranza, nelle parole del legale della famiglia Regeni è che stavolta si faccia di più. "Il nostro Paese, il nostro Governo, scelga da che parte stare: se dalla parte di chi tortura e uccide e invoca impunita o di chiede il rispetto di diritti inviolabili." Il percorso per ottenere la verità sulla morte del ricercatore friulano, rapito, torturato è ucciso sei anni fa in Egitto, ricomincia da qui, dall'udienza preliminare, da queste richieste chiare, nette al Governo, che dovrà rispondere e dovrà farlo entro la prossima udienza fissata per l'11 aprile.