Dieci anni che non rappresentano un traguardo ma ancora un punto di partenza. Un decennio di attività che ha visto l'Italia giocare un ruolo chiave in un progetto unico nel suo genere, nato con l'obiettivo di portare alla luce il rapporto fra urbanizzazione e patologie croniche, per promuovere iniziative che possano salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire malattie come l'obesità e il diabete. Cities Changing Diabetes è un’iniziativa promossa in partnership da Novo Nordisk, con University College of London e lo Steno Center di Copenaghen. Nel nostro Paese, dove si è celebrato l'anniversario, il progetto è coordinato dall'Health City Institute, in collaborazione con l'Anci e i rappresentanti delle istituzioni e della comunità scientifica. "Dobbiamo modificare alcune situazioni architettoniche, sociali e anche soprattutto educative, cioè è importantissimo che gli amministratori delle città, cioè i sindaci, ci aiutino a educare la popolazione, a rendere la città ancora una volta un qualche cosa di perfettamente adeguato all'Homo sapiens ma anche altrettanto per lui salutogenico e non patogenico". "Di aver coinvolto il 40% della popolazione, oltre 1300 Comuni e soprattutto tutte le città metropolitane oltre che quelle capoluogo è la dimostrazione di quanto questo processo fosse particolarmente sentito da noi sindaci e di conseguenza da parte dei nostri concittadini. Anche perché noi, come dice sempre il Presidente Mattarella, siamo la parte prossima, quella più vicino e siamo quelli che devono e dovranno sempre rispondere a quelle che sono le esigenze. Il tema della salute e prioritario nell'agenda politica di ogni amministrazione comunale". Dieci anni dopo il progetto si rinnova e si amplia, prendendo il nome di Cities for Better Health. Con una visione olistica della salute, ha tutta l'intenzione di dare priorità alla prevenzione e all'equità sanitaria nelle città, ambendo a risolvere le cause alla radice delle malattie croniche non trasmissibili. "La cosa importante è l'abbinamento, secondo me, tra i cittadini, le aziende private e le istituzioni. Se riusciamo a far ragionare tutti questi tre attori, io sono convinto che riusciremo a dare ai malati oppure alle persone che vogliono fare prevenzione un futuro diverso, un futuro migliore".