Tempo per pensare ai detrattori non ne ha. Il dovere di un capitano e trovare un porto per le persone a bordo, ha detto Carola Rackete, il capitano della Sea Watch 3. Seria e pragmatica, tedesca, di 31 anni, determinata a portare a termine la missione che scelte dichiarato, aiutare chi non ha avuto le sue stesse opportunità. Lo definisce l'obbligo morale di una ragazza bianca, nata in un paese ricco, che ha potuto frequentare tre università, provvista del passaporto giusto. Da questa presa di coscienza nasce la sua necessità di impegnarsi. Carola si è laureata in conservazione ambientale in Inghilterra, scrivendo una tesi sugli albatros. A 23 anni affronta la prima grande esperienza, per scelta in mare complicato. Per due anni è ufficiale di navigazione di una nave rompighiaccio nel Polo Nord per un istituto oceanografico tedesco. A 25 è già secondo ufficiale della Ocean Diamond, sempre navigando verso il Polo. A 27 anni e si imbarca con Greenpeace, quindi inizia a pilotare piccole barche per escursioni tra le isole Svalbard, nel Mare Glaciale Artico. La collaborazione con la Sea Watch parte tre anni fa, quando suo impegno diventa politico. Carola sceglie l'aiuto umanitario per il soccorso in caso di calamità, coordina due aerei della Sea Watch, il 14 giugno ha soccorso 43 migranti al largo della Libia. Non ha accettato di riportarli a Tripoli. "Il comandante non ha scelta" ha detto dopo aver deciso di forzare il blocco, "La vita delle persone a bordo" "conta più di ogni gioco politico".