Gli investigatori si sono trovati davanti a una situazione devastante, nelle parole della procuratrice di Nuoro Patrizia Castaldini la tragicità della strage familiare compiuta da Roberto Gleboni, cinque morti compreso l'assassino suicida. L'evento che la procuratrice definisce di una gravità inaudita ha colpito anche gli investigatori che alla porta della casa di via Ichnusa mercoledì mattina hanno trovato il figlio di 14 anni, unico testimone di una carneficina. Tutti urlavano le parole del giovane quel giorno che confermano una lite tra i genitori, le vittime sono state ritrovate in luoghi differenti Giusi Massetti, la moglie, la figlia Martina di 25 anni, il più piccolo di 10 che, come il vicino di casa Paolo Sanna freddato sul pianerottolo, si è spento all'ospedale ore dopo. Il ragazzo è stato ascoltato in modalità protetta nel reparto, per lui è stato nominato un curatore, il Tribunale dei Minori lavora con la Procura per la tutela e l'affidamento del superstite, oggi orfano. Nell'ospedale è ricoverata anche la nonna Esterina Riccardi, 84 anni, in terapia intensiva ma fuori pericolo, è stata colpita alla testa come le altre vittime nella cucina della sua casa dove Gleboni si era diretto in auto. Stessa arma per tutti, la pistola ereditata dal padre, che utilizzava il poligono, ritrovata con il caricatore mezzo pieno, era il secondo. Dalle tante audizioni con le persone informate sui fatti di questi giorni, tra parenti amici e colleghi di Gleboni potrebbero essere emersi dettagli sul movente, informazioni da incrociare con le perizie tecniche sul materiale sequestrato, telefoni e computer ma anche con le cinque autopsie in programma a Cagliari durante il fine settimana. Dalla casa di via Ichnusa nelle prossime ore partirà una fiaccolata, non è la prima manifestazione per le vittime nella città sconvolta di Nuoro.