Violentata nella notte tra sabato e domenica, vicino a una stazione ferroviaria dove andava a prendere il treno per tornare a casa. L'ennesimo stupro nel milanese, questa volta ai danni di una 18enne. Il fatto è accaduto poco dopo la mezzanotte, nei pressi di questo sottopasso in via del Bissone, a San Zenone al Lambro, all'estremo dell'hinterland meridionale di Milano, proprio al confine con la provincia di Lodi. Un'area che gli abitanti della zona da tempo segnalano come malfamata e pericolosa, nonostante sia una delle sole due vie di accesso alla stazione. "Ce lo aspettavamo, comunque, che sarebbe successo". "Perché?" "Perché la zona è mal frequentata ultimamente. È isolato e c'è un brutto giro". La dinamica è stata ricostruita dal racconto della giovane ai Carabinieri di Melegnano mentre era ancora sotto shock. Un uomo, mai visto prima, probabilmente nordafricano, ha detto la ragazza, mi è comparso davanti, mi ha trascinato con la forza tra le piante vicino al ciglio della strada e ha abusato di me. La 18enne, che vive con la famiglia nella periferia nord di Milano, viene accompagnata prima al Policlinico, poi al centro antiviolenze della clinica Mangiagalli. Sul corpo i segni della costrizione, oltre che quelli della violenza. È caccia all'aggressore, si cerca di isolare tracce, biologiche e non, utili all'inchiesta, coordinata dalla Procura di Lodi. Le telecamere di sorveglianza potranno raccontare due cose: identificare il volto dello stupratore e dire se l'uomo abbia incrociato la ragazza casualmente o l'abbia seguita. Il primo identikit, tracciato sulla base della testimonianza della vittima, parla di un uomo di origine nordafricana, particolare che orienta le indagini anche su un vicino centro d'accoglienza per migranti, che rimane per ora, precisano gli inquirenti, solo una delle tante piste investigative. .























