Tre gommoni alla deriva. Tre salvataggi anziché uno. Tutti davanti alle coste libiche. La nave umanitaria di Medici Senza Frontiere che ieri ha soccorso 69 profughi, avrebbe dovuto portare i migranti tratti in salvo verso La Spezia, come indicato ieri dal Viminale. Durante il tragitto, però, ha scelto di invertire la rotta per salvare altre 61 persone, segnalate da Alarm Phone. Con più di 100 uomini e donne a bordo, la Geo Barents non ha comunque smesso di cercare, finendo per trovare un altro gommone. Il terzo. "C'è questa coincidenza astrale. La presenza della nave di un'ONG, unitamente alle condizioni climatiche, far ripartire i gommoni dalla Libia, cioè quindi, anche le imbarcazioni più fragili. Quindi non ci lamentiamo di questo. Loro si lamentano della lunga percorrenza. Il salvataggio, il naufragio è qualche cosa di occasionale, non di ricerca sistematica che induce alle partenze, ripeto, perché la presenza lì dell'ONG, insieme al maltempo, guarda caso, statisticamente, far ripartire i gommoni, quindi non le barche strutturate." "Abbiamo agito in conformità con il Diritto Internazionale Marittimo", fa sapere Medici Senza Frontiere, che aggiunge, "Alla fine siamo riusciti ad individuare un gommone sovraffollato in difficoltà in acque internali: 107 persone, tra cui 5 donne e 36 minore sono state soccorse e ora sono al sicuro." La nave, che ora è diretta verso La Spezia, ha in totale 237 persone a bordo. Ora c'è da capire se per salvare queste persone è venuta meno alle disposizioni del Decreto Piantedosi, che obbliga i soccorritori a comunicare immediatamente al Governo la richiesta di salvataggio e a dirigersi, sempre, senza deviazioni, verso il porto assegnato, di norma, lontano e difficile da raggiungere. Il Ministero dell'Interno prende tempo. Una volta arrivata al porto di destinazione, la nave attraccherà a Calata Artom, saranno prefetto e autorità di polizia ad accertare eventuali irregolarità nella condotta della nave.