Hanno vinto coraggio e buon senso contro un accadimento ideologico. E' il commento a caldo di una delle 32 mamme arcobaleno di Padova cui a giugno 2023 la procura aveva chiesto di rettificare l'atto di nascita dei propri figli, ingiungendo la cancellazione del nome della madre non biologica. Dal 2017 l'anagrafe della città aveva rilasciato il certificato attestante che il bambino o la bambina erano figli di entrambi i componenti le coppie omogenitoriali che ne avevano fatto richiesta. L'intervento della magistratura aveva fatto seguito alla circolare inviata a marzo dall'allora prefetto padovano Raffaele Grassi in cui si invitavano tutti i sindaci della provincia a rispettare la sentenza della cassazione che bloccava i riconoscimenti anagrafici per i figli nati con maternità surrogata. Ora il tribunale ha dichiarato inammissibili i ricorsi della procura. Per i magistrati il ricorso sul doppio cognome dei bambini con due mamme non può avvenire contro l'atto dell'ufficiale di stato civile dell'anagrafe che li ha registrati coerentemente con le indicazioni date dai genitori. Oggi vince l'amore e l'interesse primario dei piccoli, ha detto il sindaco di Padova Sergio Giordani, il cui operato definito coraggioso è plaudito dalla segretaria del PD Elly Schlein che ricorda come adesso sul parlamento grava la responsabilità importante a provare una legge che riconosca pari dignità a tutte le famiglie ma per la ministra della famiglia Eugenia Roccella negare che i diritti dei minori siano pienamente garantiti nel nostro paese non solo è una bugia ma è anche giocare con la vita delle persone.