La domanda è proprio chi va a pagare poi i dazi. Donald Trump è convinto che a pagare queste tasse sulle importazioni saranno i paesi da cui provengono le merci, però non è detto che sia così in realtà. Allora andiamo prima di tutto a capire la portata della scelta del presidente degli Stati Uniti. Guardate, questi sono i dazi dal 1960 ad oggi, questo rialzo è proprio, è frutto del primo mandato di Donald Trump quando impose dazi su Cina e Unione europea. Ma guardate quanto schizza in alto questo grafico con la decisione proprio di queste ore, 110 miliardi di dazi in più. Questi sono previsti su Messico, Canada e Cina. Ma chi li va a pagare? Allora andiamo a fare un esempio molto, molto semplice. Partiamo dall'entrata in vigore dei dazi che arriveranno nelle prossime ore. L'importatore potrebbe cambiare fornitore, l'importatore americano l'azienda americana che compra dall'esterno un prodotto, per esempio dal Canada, può cambiare fornitore e scegliere un paese che non è soggetto a dazi oppure l'esportatore potrebbe farsi carico di queste tariffe in più riducendo il prezzo di vendita e quindi sostanzialmente incorporando questa tassa da pagare. Oppure, terza ipotesi l'importatore americano potrebbe pagare i dazi, come avviene in realtà nella maggior parte dei casi. E allora si aprono due scenari, o questa azienda americana potrebbe farsi carico interamente dei costi in più riducendo i propri profitti e quindi andando a ridurre la crescita economica, oppure l'importatore potrebbe semplicemente passare questi dazi sui prezzi finali e quindi la conclusione sarebbe un aumento dell'inflazione. Cosa è successo in passato? Andiamo a vederlo secondo l'evidenza scientifica. Tra il 2005 e il 2020, nel 94% dei casi l'importatore americano si è fatto carico dei dazi e quindi questo vuol dire maggiore inflazione potenziale fino a 830 dollari in più a famiglia, questa è la stima della Tax Foundation teorica, perché poi chiaramente il consumatore può, per esempio, scegliere di non comprare più alcuni prodotti che costano di più o andare a comprarne altri. Ci sono le catene di fornitura, che sono ovviamente molto complesse. Questa è una semplificazione, ma queste sono le stime. Gli Stati Uniti dovrebbero aumentare il tasso di inflazione di mezzo punto percentuale. Molto peggio poteva andare a Canada e Messico, che sono molto più dipendenti dall'export rispetto a quanto lo è gli Stati Uniti dal suo import. Attenzione anche al petrolio. Gli Stati Uniti sono indipendenti, ma importano ancora il 65% del proprio delle proprie importazioni dal Canada, perché è più facile raffinarlo. E questo, il petrolio canadese subirà una tassazione ulteriore del 10%, quindi attenzione anche ai prezzi alla pompa di benzina. .