Saltata la fusione tra Honda e Nissan

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1 mese fa

Tanto rumore per nulla, Honda e Nissan hanno confermato lo stop alle trattative della fusione che doveva creare il terzo gruppo mondiale nella produzione di auto dopo Toyota e Volkswagen. Trattative che dopo l'annuncio di dicembre, erano poi andate subito in alto mare già a metà gennaio, con Honda che spingeva su Nissan, in grande difficoltà su bilanci e produzione, per fare ulteriori tagli alla forza lavoro, oltre ai già 9.000 licenziamenti annunciati. Alla fine è mancato l'accordo sugli equilibri interni, con Honda, che forte dei conti in salute, più che una fusione, voleva un'acquisizione, ma ha pesato anche il ruolo degli interessi degli azionisti, con Renault che detiene ancora il 36% della casa di Yokohama, che non gradiva affatto i termini della transazione, che non prevedeva alcun premio. Ma che succede adesso? I due marchi continueranno a collaborare nello sviluppo di batterie, guida autonoma, software e tecnologia per veicoli elettrici, ma Nissan ora deve comunque cercare un nuovo partner per affrontare le sfide del mercato e ripensare una gamma di modelli che fatica a conquistare i consumatori. All'orizzonte c'è l'interesse del gigante cinese dell'elettronica Foxconn, che sarebbe pronto a rilevare le azioni Renault e avviare una cooperazione industriale, che però comporterebbe rischi per l'occupazione e per l'industria automobilistica giapponese. In casa Nissan le cicatrici partono da lontano, dalla crisi del 2018, dopo l'arresto dell'ex numero 1, Carlos Ghosn. E quest'anno, complice il crollo delle vendite, si prospetta una perdita annuale di 518 milioni di dollari. Quando qualcosa si rompe, in Giappone si usa la tecnica del Kintsugi che prevede la ricostruzione incollando le parti lesionate con polveri di metalli preziosi come oro e argento. Ma stavolta sembra che in Nissan non basteranno i rimedi antichi.