Il piano di investimenti annunciato da Fiat Chrysler per l'Italia rompe il silenzio carico di incognite che ha accompagnato il gruppo dopo la tragica scomparsa di Marchionne e la nomina di Mike Manley come nuovo ceo. I punti chiave restano quelli già annunciati, gli impianti italiani saranno centrali per i suv e i brand di lusso come Jeep, Alfa Romeo e Maserati, mentre Fiat sembra destinata ad essere considerata il marchio low cost. C'è, ovviamente, lo sviluppo dell'elettrico con la 500 a batteria che verrà prodotta a Mirafiori e arriverà entro il 2020. Ma la novità è l'addio rinviato ai motori diesel. Era stato previsto entro il 2021, ma si sposta in avanti proprio per consentire lo sviluppo dei propulsori ibridi ed elettrici. Un sospiro di sollievo per i 1800 operai dello stabilimento di Pratola Serra, in Irpinia, punto di riferimento per i motori endotermici. Perché dietro il no ai diesel fatto a colpi di annunci e di blocchi del traffico c'è un mondo fatto di lavoratori specializzati che rischiano di essere le prime vittime di questa vicenda.