Quanto tempo servirà per rendere operativi i nuovi aiuti alle imprese danneggiate dall'epidemia di coronavirus? Cioè quando si potranno chiedere alle banche i prestiti garantiti dallo Stato? Tempi certi al momento non ce ne sono e il timore dell'azienda è che, nonostante l'impegno del Governo, in realtà l'iter potrebbe non essere rapido. Molte aziende, costrette a sospendere l'attività, sono alle prese con pagamenti di stipendi e fornitori, nonostante stiano incassando poco o nulla. L'iniezione di liquidità dovrebbe quindi partire il prima possibile, ma, a parte il via libera dell'Unione europea, dato per scontato a breve, poi ci sarà comunque un iter da seguire che, per quanto reso più snello, potrebbe deludere chi si aspetta di avere i soldi in tasca in pochi giorni, anziché, come avviene di norma, in alcuni mesi. Se per i prestiti più bassi alle piccole imprese e alle partite IVA non sono previste le consuete valutazioni di solidità patrimoniali richieste dagli istituti di credito, per chiedere una somma superiore a 25 mila euro si dovrà comunque sottostare ad alcuni controlli, anche per evitare che qualcuno ne approfitti. La garanzia totale dello Stato, inoltre, non vale in tutti i casi, e se l'azienda vorrà integrarla, per esempio con l'aiuto di Confidi, la pratica potrebbe richiedere del tempo. L'architettura annunciata dall'esecutivo poi coinvolge il fondo di garanzia delle piccole e medie imprese e per quelle più grandi della società pubblica SACE. Quest'ultima ha avviato un gruppo di lavoro con l'Associazione bancaria proprio per studiare il meccanismo. Intanto i sindacati degli istituti di credito stimano che siano necessari almeno una decina di giorni per adeguarsi alle nuove misure e invitano tutti gli interessati a telefonare prima di andare allo sportello.