Voleva uccidere Donald Trump perché lo riteneva inadatto ad essere nuovamente eletto presidente, aveva pianificato l'omicidio da mesi e addirittura messo una taglia sulla sua testa. Dall'udienza di convalida del fermo di Ryan Routh, l'uomo arrestato lo scorso 15 settembre con un fucile di precisione sul campo da golf dove stava giocando l'ex presidente degli Stati Uniti, emerge un quadro inquietante. Da almeno 4 settimane perlustrava il club dove il candidato repubblicano è solito trascorrere le domeniche quando è in Florida, controllava i suoi spostamenti pubblici, e aveva anche previsto il fallimento. Nell'abitazione di un amico, piazzata lì da mesi, gli investigatori hanno infatti rinvenuto una confessione scritta. "Era un tentativo di assassinare Donald Trump", si legge, "ma ho fallito nonostante i miei sforzi. Offrirò 150mila dollari a chiunque porti a termine il lavoro". Routh, un 58enne senza arte né parte, che anni fa votò per Trump, prima di pentirsene, è per ora accusato solo di possesso illegale di arma da fuoco, non avendo fatto in tempo a esplodere nessun colpo grazie al pronto intervento del Secret Service. Ma la confessione potrebbe cambiare tutto, e la procura federale vorrebbe incriminarlo per tentato omicidio. Secondo indiscrezioni non confermate, il mese prossimo Trump avrebbe in programma un altro comincio a Butler, Pennsylvania, dove a luglio gli sparano davvero, ferendolo a un orecchio.