Era il 22 luglio quando Alessia, postando sul suo canale Instagram un video molto suggestivo, scriveva: "E dopo una settimana anche l'Iran comincia ad incantarmi." Quello stesso Iran che dal 28 settembre, giorno del suo 30esimo compleanno, la tiene prigioniera in una cella di Teheran, ancora non è chiaro perché. Di certo conquistata dalla forza di quel popolo, aveva scelto di restare di fronte alla tensione crescente e di esprimere la propria solidarietà verso chi partecipava alle proteste di piazza dopo la morte di Masha Amini. Ma era sul punto di rifare le valigie se non fosse stata arrestata, pronta a partire per il Pakistan. Infaticabile solitaria travel blogger in viaggio per il mondo da quando aveva 24 anni, Alessia, romana dei Colli Albani con un diploma allo scientifico completato negli Stati Uniti, nel 2016 comprò un biglietto di sola andata per l'Australia e da lì non si fermò più. Samoa, Honduras, Messico, Panama, Nicaragua, in India ha conosciuto perfino il Dalai Lama. Nel frattempo è riuscita a sfruttare il lavoro da remoto occupandosi di una piattaforma digitale americana come freelance. In un disperato appello lanciato sui social e successivamente rimosso, il papà di Alessia aveva scritto di aver ricevuto ieri mattina una telefonata dalla figlia che in lacrime avvisava di essere in prigione a Teheran e chiedeva aiuto, ma non ci sono conferme ufficiali. La famiglia è comunque in continuo contatto con la Farnesina.