C'è chi sulle gaffe ha costruito una carriera e chi invece le ha fatte per anni spontaneamente una dopo l'altra e non certo per emergere, anzi a lui il Principe Filippo venivano proprio naturali e quanti incidenti diplomatici sfiorati. La sua carriera da gaffeur è partita da subito, una delle prime che si ricordi risale al 1967 quando in piena Guerra Fredda gli venne chiesto se volesse visitare l'Unione Sovietica, lui rispose. "Mi piacerebbe molto andare in Russia anche se quei bastardi hanno ammazzato metà della mia famiglia". E se questa è la prima. Nel 1981 la Gran Bretagna affronta una pesantissima recessione economica, Filippo di Edimburgo si lascia andare ad un. "Tutti dicevano che fosse necessario avere più tempo libero e adesso si lamentano di essere disoccupati". Gelo in pubblico. Ma anche in privato all'interno della sua stessa famiglia non è certo stato leggero. Nel 1988 quando gli venne sottoposto dal figlio Andrea Duca di York il progetto della casa che avrebbe fatto allestire per andarci a vivere con la moglie Sarah Ferguson, il principe Filippo commentò. "Sembra la stanza di una prostituta". Nessuno sconto nemmeno per i bambini, nel 2001 durante un incontro con dei ragazzini a un tredicenne che disse al Principe che sognava di andare nello spazio lui rispose. "Sei troppo grasso per fare l'astronauta". Silenzio collettivo. E non si è fatto mancare nemmeno i commenti sessisti e le avance. Nel 2012 durante una visita nel Kent si rivolse così ha un assistente sociale allora 25enne che indossava un abito con una zip dal collo in giù. "Mi arresterebbero se tirasse giù la zip di questo vestito". Così senza filtri il Principe Filippo. Altra gaffe, ricordata risale al 2013 quando durante l'incontro con Malala la ragazza che era stata condannata a morte dai Talebani perché voleva andare a scuola e che è diventata il simbolo delle Campagne per il diritto delle ragazze a studiare disse. "I bambini vanno a scuola perché i genitori a casa non li vogliono". A salvarlo dai grandi attacchi forse il suo ruolo da consorte.