Mezzo milione di dollari non salverà il principe Andrea, Duca di York e terzogenito della Regina Elisabetta. L'accordo stragiudiziale, siglato nel 2009 dal finanziere Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere mentre aspettava un processo per abusi sessuali, per far cadere le accuse contro di lui della signora Virginia Roberts Giuffre, non si applica all'erede britannico, anche se in quel documento rimasto segreto fino a pochi giorni fa, pareva esserci un salvacondotto per altri generici ed eventuali imputati che la signora avesse indicato in futuro. Lo ha deciso il giudice di New York, presso il quale lo scorso agosto è stata depositata una causa civile contro il duca principe, accusato dalla sedicente vittima di aver abusato di lei quando era minorenne a Londra, ma anche nella residenza di Epstein a Manhattan e nella sua villa alle Isole Vergini americane. Non significa che Andrea d'Inghilterra andrà a processo. Anzi, è probabile che anche lui cerchi di risolvere il contenzioso che tanto imbarazza la famiglia reale, con un simile patteggiamento altrettanto privato e presumibilmente oneroso. Il giudice newyorkese ha specificato che la sua decisione non ha nulla a che fare con il merito delle accuse, che eventualmente dovranno essere dimostrate in tribunale, ma ha semplicemente ritenuto che allo stato attuale, quel vecchio accordo siglato in Florida non possa applicarsi al 61enne Andrea mettendolo al riparo da una causa. Anche se per il duca principe il danno di immagine, quello sì, davvero reale è ormai fatto.