Pochi minuti dopo le 11 il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato la decisione di rimanere alla guida del Paese dopo cinque giorni di riflessione, una pausa presa in seguito alla notizia dell'indagine a carico della moglie Begoña Gomez, accusata di corruzione. Inchiesta partita da un esposto di Manos Limpios, sindacato di estrema Destra per cui la procura ha chiesto l'archiviazione. Per due giorni le strade di Madrid si sono riempite di manifestanti che chiedevano al premier di restare, anche per questo la decisione di proseguire, dice. Mia moglie e io, ha aggiunto, sappiamo che questa campagna di discredito non si fermerà. Sono dieci anni che la subiamo, saprò gestirla. La mobilitazione dei giorni scorsi, secondo il premier spagnolo, deve mutare in un fermo impegno per la dignità e il buonsenso. O diciamo basta, o questo degrado della vita pubblica determinerà il nostro futuro, condannandoci come paese. Confondere libertà di espressione con libertà di diffamazione è una perversione democratica di conseguenze disastrose, ha detto ancora. Auspica una rigenerazione politica democratica Sanchez, serrando così le fila in vista delle elezioni in Catalogna del 12 maggio e delle prossime europee di giugno. Parole apprezzate e rilanciate dalla sua maggioranza che da subito si è schierata a suo favore, meno dall'opposizione che accusa Sanchez di aver preso in giro il paese: ha preferito fuggire, piuttosto che dimettersi, ha commentato il leader del Partito Popolare Alberto Feijòo. E mentre il sindacato Manos Limpios, che inizialmente si era detto non sicuro della veridicità delle accuse mosse, ora parla di nuove prove anche contro il premier, l'esecutivo andrà avanti con il calendario dei lavori senza alcun cambio in vista nella compagine di governo.