"È stato un momento difficile" dice il premier britannico Boris Johnson, in un'intervista al Sun, in cui racconta il suo ricovero in ospedale. "Ho ricevuto litri di ossigeno e a un certo punto ha rischiato di essere intubato" aggiunge, "sapevo che c'erano i piani di emergenza se fosse andata male, compreso come dare l'annuncio della mia eventuale morte". Johnson ora per fortuna è guarito e promette di essere pronto a rimettere in piedi il Paese felice anche per il figlio appena avuto chiamato Nicolas, come i medici che lo hanno curato. Prova a rimettersi in piedi anche la Spagna, che tocca il numero di morti, 164, più basso dal 18 marzo. Dopo il via libera alle passeggiate riaprono i piccoli negozi, e parrucchieri, solo un cliente alla volta, oltre a bar e ristoranti, solo per asporto. Introdotto anche l'obbligo di mascherina sui mezzi pubblici. Prime riaperture, sport all'aperto anche in Portogallo, paese che ha saputo contenere l'emergenza meglio di altri, così come il Belgio, dove invece il tasso di mortalità resta record. Allentamenti delle restrizioni anche in Austria, Ungheria, Polonia, Slovenia, Croazia, Grecia, con misure variabili in base alle situazioni locali. Dopo aver riaperto i negozi fino a 800 metri quadri, in Germania tornano sui banchi di scuola altri studenti oltre ai maturandi. Riaprono parrucchieri e luoghi di culto, si alla messa, ma con distanze di due metri, niente canti e mascherine per la comunione, mentre il Presidente della Repubblica Steinmeier, torna a fare un appello alla solidarietà europea verso l'Italia. Fase 2 solo dall' 11 maggio, invece, in Francia, dove il Governo ha spiegato che per ora i confini resteranno chiusi, mentre per tracciare i contatti dei contagiati al momento niente app sul cellulare, ma squadre di dipendenti della sanità, che ricostruiranno la rete di persone da sottoporre a tampone.